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Come navigare in tempo di crisi

Come navigare in tempo di crisi

I momenti di grande crisi portano a profondi cambiamenti. Per essere certi di restare al timone e non essere trasportati dalla corrente è importante fare progetti e saperli realizzare. Servono visione, strategia e gestione del rischio.

Un nuovo contesto

Nel mezzo di una pandemia che ha spezzato tutti gli equilibri a livello mondiale, il nostro Paese è alle prese con il progetto più importante: quello di ripartire.

La crisi sanitaria ha colpito duro. Quella economica sta preparando il colpo successivo e per molti si fa già sentire da tempo. La crisi del petrolio, con il prezzo del barile ai minimi storici, presenta un momento straordinario in cui l’eccesso di offerta incontra il calo della domanda. Questo virus dunque ha scombussolato anche le dinamiche del libero mercato che si dovrebbe autoregolare. E poi c’è la crisi sociale, quella che bisogna evitare a tutti i costi rimettendo il paese sui binari, riaccendendo la macchina e cercando di farla correre anche più veloce di prima. 

In tempo difficili e caratterizzati da un profondo cambiamento bisogna aggrapparsi alle certezze e cominciare da lì per ricostruire e riprogettare. Saranno necessari progetti nuovi, progetti diversi per adeguarsi a una realtà differente da quella che conoscevamo. Pianificare, gestire i rischi, risolvere problemi e creare opportunità sono alcuni pilastri della teoria del Project Management che diventano indispensabili per navigare nella tempesta.

Valutare il presente, pianificare il futuro. 

Partiamo dalla valutazione della situazione attuale e degli impatti per comprendere il punto di partenza, la base sulla quale dovremo ricostruire. Servirà trovare l’idea, che sia un prodotto o servizio. Oppure potrebbe essere sufficiente innovare il proprio modello di business per adattarsi al contesto modificato.

Le abilità creative e di pianificazione si riveleranno cruciali, per chi dovrà cambiare tutto, ma anche per chi continuerà a svolgere le stesse attività di prima. La capacità di leggere il futuro, costruire scenari e riuscire a renderli reali è una delle caratteristiche del Project Manager di successo e lo stesso vale per l’imprenditore.

Del resto, se il Project Manager può essere visto come l’amministratore delegato del progetto che gestisce, allo stesso modo l’imprenditore dovrà sviluppare e utilizzare le sue migliori doti di gestione dei progetti, per affrontare la crisi e raggiungere gli obiettivi prefissati.

L’idea è importante. La strategia è l’unica cosa che conta.

Spesso si cerca l’idea innovativa pensando che solo quella possa fare la differenza. Di certo se si è in grado di fare qualcosa di nuovo e di farlo bene, si parte con un significativo vantaggio rispetto alla concorrenza. Ma la storia è anche piena di ottime idee pessimamente realizzate. Così, alla fine dei conti, è più frequente vedere idee non particolarmente sorprendenti, o magari anche un po’ datate, portare a risultati eccezionali grazie alla strategia di implementazione. Si chiama execution e rappresenta il modo in cui decidiamo di fare le cose.

A una crisi molto ampia e profonda che colpisce qualunque mercato, come quella che ci troviamo ad affrontare, seguiranno certamente forti scosse di assestamento basate sul nuovo stile di vita. Quello sarà il contesto da analizzare e intuire immediatamente, per capire come realizzare i propri progetti e percorrere la strada che porta ai risultati pianificati.

La gestione dei rischi dovrà diventare un’abitudine, costituire un metodo strutturato per ogni tipo di progetto e impresa sarà indispensabile. Proprio la mancanza di una gestione sistemica dei rischi è una delle maggiori cause di fallimento dei progetti, ma adesso dovrà diventare uno strumento prezioso. Anche perché nella lunga fase di assestamento e innovazione che ci aspetta serviranno strumenti per monitorare e adattare frequentemente la strategia, in base a ciò che avviene.  

Dunque visione ampia e analisi dettagliata del contesto, pianificazione solida e continua valutazione dei rischi, strategia di execution impeccabile. Sarà la base per poter ripartire con progetti vincenti. 

Tecnica e comunicazione.

Il Project Management non prevede solo un insieme di competenze tecniche, ma anche di capacità relazionali, comunicative e di leadership. Addirittura il capo progetto investe la maggior parte del tempo proprio nel comunicare con tutti gli stakeholder interni e esterni, coloro che hanno un qualunque interesse e influenza nel progetto.

E’ facile immaginare come in tempo di crisi la comunicazione e la leadership diventino ancor più decisive per gestire le relazioni. Tenere il team di lavoro unito e motivato evitando pericolosi contraccolpi sulle attività, supportare chi vive la crisi con maggiore affanno, confrontarsi costantemente con clienti e fornitori in un rapporto di stretta collaborazione e fiducia. Il lavoro su questi aspetti è delicato e fa spesso la differenza tra un progetto di successo e uno che non riesce a raggiungere i risultati.

 In conclusione il futuro è sempre un punto interrogativo, in questo frangente lo è anche più del solito. Riorganizzazione dei turni e degli orari di lavoro, revisione della supply chain, applicazione estensiva dello smart working, accordi di collaborazione con altre aziende della filiera o addirittura con aziende concorrenti. Questi sono solo alcuni degli scenari che si potrebbero aprire davanti a noi. Rischi da gestire ma anche opportunità da creare e sfruttare in un mondo che avrà connotati diversi.   

Il Project Management e l’abilità di gestire i propri progetti sono sempre importanti, nel lavoro e nella vita, ma nei momenti di forte crisi diventano indispensabili per pianificare il futuro e andare a costruirselo.

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Articolo scritto per la rivista L’imprenditore (Confindustria, uscita Giugno 2020).

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