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Il Futuro del Lavoro … e non solo

Il Futuro del Lavoro … e non solo

Stiamo vivendo un periodo unico, inaspettato, l’anno peggiore in assoluto per i nostri progetti professionali ma anche personali. Tutti i piani sono stati stravolti, annullati o rinviati a data da definire. Abbiamo dovuto sostituirli con piani di recupero, trovare soluzioni alternative, inventare modi per sopravvivere alla mancanza di lavoro e socialità. Chi più e chi meno, tutti abbiamo subito le conseguenze della pandemia.

La crescente disuguaglianza è un problema da anni e la crisi attuale la renderà ancora più evidente, colpendo le comunità e i lavoratori già svantaggiati. Milioni di persone hanno perso il lavoro e le certezze, in un contesto in cui automazione e robotica stavano già mettendo in crisi numerosi lavoratori.

Il World Economic Forum ha pubblicato la terza edizione del suo Rapporto sul Futuro del Lavoro a Ottobre e oggi è particolarmente interessante capire quali saranno le tendenze dopo un 2020 così complicato.

E’ evidente che la creazione di nuove professioni guidata dallo sviluppo tecnologico, fenomeno presente da qualche anno e sempre più veloce, continuerà a spazzar via alcuni mestieri a basso valore aggiunto. Ma stavolta si nota come la crisi economica attuale abbia rallentato il tasso di crescita dei posti di lavoro del futuro. Sarà quindi necessario aiutare molti lavoratori nella transizione con un sostegno pubblico e privato mai visto prima.

Le aziende hanno cercato di adattarsi alla nuova realtà implementando misure importanti, come l’accelerazione della trasformazione digitale di processi e strumenti di lavoro, fornendo ai lavoratori la possibilità di lavorare da remoto e altre con conseguenze meno positive sull’economia e sulla società (es. riduzione del personale), come si vede nella figura in basso.

Considerando il già rapido processo di cambiamento del mondo del lavoro a seguito dello sviluppo tecnologico, si viene a creare un problema per i lavoratori che devono adattarsi velocemente e per le aziende alla ricerca di nuove competenze. Dobbiamo quindi facilitare la riqualificazione e il miglioramento delle competenze, per aiutare quei lavoratori ad orientarsi nel panorama delle nuove professioni. La figura successiva mostra quali saranno le competenze più richieste nei prossimi anni.

Un mix di hard e soft skills su cui dovremo puntare per restare appetibili sul mercato. E infine ecco di seguito i professionisti che saranno più richiesti in futuro, confrontati con le figure professionali sempre più a rischio.

Non sono sorpreso dalla crescente domanda nel campo dei big data, dell’intelligenza artificiale e della trasformazione digitale. Ma si nota l’avanzamento della figura dei Project Manager, perché il futuro ci vedrà affrontare progetti sfidanti e sempre più complessi. Basti pensare ai progetti di rilancio e ripartenza che dovranno essere portati avanti dalle aziende ma anche da tutti i governi per uscire dalla crisi.

Queste sono solo alcune delle informazioni e una piccola parte delle statistiche che si trovano nel rapporto del World Economic Forum, ma sono quelle che mi hanno colpito di più.

Un anno terribile sta per finire, è tempo di fare bilanci ma anche di pianificare il 2021. Quando la lotta al virus sarà finita il mondo sarà diverso da prima e dovremo cercare di tenerci stretti i lati positivi di questo periodo, come lo smart working, la riduzione dell’inquinamento, la solidarietà verso chi è in difficoltà. Nazioni e governi dovranno mettere in discussione la globalizzazione in tutti i suoi aspetti, valutare la necessità di rivedere le catene di approvvigionamento, intraprendere azioni decisive per ridurre le emissioni. Digitale e verde dovranno essere le due parole d’ordine del presente e del futuro.

Siamo a un bivio e le decisioni che prendiamo oggi segneranno i prossimi decenni. Dobbiamo lavorare per creare una società che abbia a cuore le persone e il pianeta, e solo dopo il profitto. L’unica cosa peggiore dell’attuale crisi sarebbe sprecare l’opportunità di costruire una realtà più equa e sostenibile, per noi e per le generazioni future.

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